Posts filed under ‘Personaggi’
Errori di Social Media Marketing (7): Contatti = conversazioni
Ecco un nuovo post della serie dedicata agli errori più comuni che si commettono nel Social Media Marketing. Oggi parliamo del fatto che spesso sui Social Media si pensa che basti avere dei contatti (intesi nel senso di collegamenti) per avere conversazioni. Purtroppo le cose non stanno così.
Quanti utenti social partecipano alle conversazioni?
Sui Social Media le statistiche rivelano questo: solo l’1% dei partecipanti creerà contenuti o inizierà discussioni, il 9 % risponderà, ma il 90% non farà nulla. Deludente, eh? Questa è la realtà. Va accettata per quello che è, quindi non preoccuparti se non tutti tra il tuo pubblico conversano con te o con la tua azienda. È assolutamente normale.
D’altra parte non funziona così anche nella vita?
Stare sui Social è come
andare al bar.
Mica appena ci entri cominci a parlare con tutti, no? Devi cominciare ad andarci spesso, conoscere e rivedere le persone, inserirti nelle loro conversazioni, e dopo un po’ di tempo si creerà una certa “intimità” favorevole alle “tue” conversazioni.
Come fare per iniziare?
Usciamo dal bar e torniamo ai Social. La parte più difficile è trovare il primo lettore che comincerà una conversazione. Una volta trovato il punto di partenza, tutto diventerà molto più facile. È utile essere aperti, rispondere sempre e includere alcuni punti di discussione nei tuoi contenuti: poni domande o menziona punti di vista controversi.
Leggi anche: 1000 idee per scrivere post di successo
Quanto contano i contenuti?
Per stimolare la conversazione occorre coinvolgere i lettori con dei contenuti interessanti e con un approccio autentico, emozionale e orientato alla condivisione. Questo li coinvolgerà attivamente e li stimolerà alla partecipazione.
Post della serie “Errori di Social Media Marketing”. Fonte: Jeff Bullas
Errore n. 1: Contenuto = Parlare del prodotto
Aziende e Social Media, l’attenzione come moneta di scambio
Il rapporto tra aziende e Social Media è l’argomento principale di questo blog. 4 anni fa abbiamo pubblicato questo post tratto da un’intervista a Brian Solis, esperto riconosciuto a livello mondiale nella Social Business Strategy e Social Media Strategy.
Oggi i Social Network sono diventati parte della vita di chiunque, grazie alla diffusione degli smartphone, e praticamente tutte le aziende – di qualsiasi dimensione – si sono lanciate nel Social Media Marketing. L’aspetto in cui c’è ancora molta carenza è l’utilizzo dei Social Media come strumento per veicolare i valori del brand, rafforzare la brand identity e costruire una relazione con la propria audience, stimolandone il coinvolgimento attraverso le leve emozionali.
Se un’azienda persegue esclusivamente scopi commerciali e non ha valori coi quali le persone possono identificarsi, i Social Media non saranno la scelta giusta: dopo un periodo di test la conclusione sarà “i Social non servono a nulla”. Meglio seguire altre strade del web marketing orientato ai risultati commerciali.
Se invece l’identità del brand si basa su valori più alti, dai quali derivano la vision e la mission aziendale, e di conseguenza l’attività produttiva e commerciale, i Social Media saranno l’ambiente ideale per creare un legame a lungo termine col proprio target di riferimento.
Stefano Cucchi
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L’attenzione come moneta di scambio
Articolo di Erika Verni, 28 febbraio 2012
Ormai ce ne siamo resi conto tutti. Anche il peggiore degli scettici, alla fine ha dovuto cedere. I Social Media hanno inevitabilmente cambiato le nostre abitudini: esperienze online sempre più integrate, dubbi e cadute di stile sul galateo, loghi di Twitter e Facebook che fanno capolino negli spot televisivi. Brian Solis, autore del fortunato “The End of Business asUsual” (John Wiley & Sons, Ottobre 2011), disponibile in lingua originale, in una recente intervista rilasciata a Ian Greenleigh, fornisce un’illuminante panoramica di questa trasformazione che a suo parere è appena all’inizio.
Social Media e aziende: webinar #supersummit [trascrizione]
È cominciato la settimana scorsa il Supersummit Social Media, SEO & Web Marketing organizzato da Marco Montemagno. Dal 4 al 29 novembre i migliori esperti italiani di digital si riuniscono per capire che cosa oggi davvero funziona e che cosa no con Facebook, Twitter, YouTube, Google+ e i social media in generale, lato SEO e per le strategie di web marketing. È prevista una formula gratuita che consente di assistere live ai vari webinar, e una formula premium per poter vedere i video in differita e scaricare le slide delle presentazioni.
Nella formula free Marco ha inlcuso un video di ben 2 ore, un webinar sulle ultime tendenze del mondo dei Social Media con uno sguardo rivolto alle esigenze di business.
Abbiamo sbobinato l’intervento di Montemagno e in questo post vi raccontiamo a parole quello di cui ha parlato durante il suo webinar. Non è una trascrizione letterale ma un adattamento per la lettura che cerca di rispettare l’effetto “live” del linguaggio originale. Sarà poi Marco a confermarci se ci siamo riusciti. Per il momento gli lasciamo la parola.
Nuovo sito per il Carcere di Torino: comunicazione 2.0?
Il Carcere di Torino ha un sito? A cosa serve un sito internet ad un carcere? Sono le prime domande che si pone il cittadino comune, perché non conosce nulla di questo mondo. Anche noi non avevamo alcuna idea di quanta bellezza si potesse nascondere dietro le sbarre, proprio perché non viene comunicata.
#Folkestate 2013: col biglietto social di Bra Eventi Ticket più siamo meno spendiamo
Anche a Bra, ridente cittadina piemontese famosa per le sue specialità gastronomiche, arriva l’effetto Social Media. Quest’anno la manifestazione Folkestate 2013 vedrà un’importante novità: il biglietto social.
Il Social Media Manager: vi presentiamo Cristina Simone
Come molti sanno in rete, lo scorso 28 febbraio è stata la giornata dedicata ai Community Manager, e proprio pochi giorni dopo la nostra blogger Cristina Simone è stata intervistata da BizFactor. Cristina ripete sempre che per lei il lavoro è una passione, proprio perché è stata capace passo dopo passo a trasformare la sua grande passione in lavoro. Ma qual è la sua passione? Il web, e soprattutto il nuovo web, il web 2.0, quello dei Social Media, dei Blog, dei Social Network. La Rete che crea relazioni, condivisioni, nuovi modi di comunicare e fare marketing, nuove modalità di approccio e relazione al mercato attraverso la condivisione dei valori e la collaborazione.
Come si fa a diventare Community Manager o Social Media Manager? Ecco la grande domanda che molti si pongono. Cristina risponde che in realtà non è una decisione che ha preso coscientemente, ci si è trovata. Dopo la laurea in Psicologia con indirizzo Comunicazione e Marketing e un corso in Social Media e Marketing Non Convenzionale allo IED di Milano, è stata fulminata sulla via di Damasco 2.0. Da quel momento in poi, passando da agenzie diverse e importanti aziende come La3 TV, è finalmente approdata alla libera professione e attualmente gestisce come freelance la comunicazione 2.0 per diverse aziende e abbiamo anche il piacere di lavorare insieme su alcuni progetti.
Esiste un percorso standard? Quali consigli per chi vuole fare questo mestiere? Quanto conta una cultura generale di base? o la conoscenza specifica delle logiche del Marketing? Nell’intervista Cristina risponde a domande interessanti in particolare per i giovani che vorrebbero intraprendere questa nuova professione e racconta qualche episodio divertente che le è capitato.
Se vuoi sapere di più sul ruolo del Social Media Manager, leggi l’intervista completa.
Cristina è una grande professionista e un’ottima persona: preparata, attenta, sensibile e disponibile. Siamo fieri di averla a bordo. Presto ci delizierà con un suo nuovo post!
Costruire la Brand Identity di una Startup
Come Sharp Consulting Comunicazione siamo stati invitati da Treatabit, l’incubatore di progetti digitali di I3P, Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, a tenere una presentazione sulla costruzione della brand identity per le Startup.
Spesso questo aspetto è trascurato dalle aziende nascenti, che sono naturalmente più concentrate sugli aspetti economici e organizzativi legati al nuovo business.
Esistono poi diverse convinzioni che frenano gli investimenti in marketing e comunicazione, come ad esempio: “Siamo troppo piccoli”, “Ci penseremo più avanti”, “Dovremmo rivolgerci ad una grande agenzia, ma non siamo mica una multinazionale!”
Noi crediamo che la brand identity non sia un lusso ma una necessità, per comunicare il proprio valore e la propria unicità.
AGGIORNAMENTO: ecco la Presentazione completa. Contatta Sharp Consulting Comunicazione per maggiori info e e case history interessanti.
INFO SULL’EVENTO
Costruire la Brand Identity di una Startup
Martedì 29 Gennaio 2013, h. 17.30
Agorà @ I3P, via Pier Carlo Boggio 59, Torino
Vai all’evento sul sito Treatabit »
Treatabit è una “palestra” fisica e virtuale in cui studenti, ricercatori e aspiranti imprenditori con un’idea di business legata ad internet possono incontrarsi, iniziare a svilupparla, costruire una prima base di utenti, con l’obiettivo di verificarne la bontà valutando il traffico generato.
Battere la crisi con l’economia del cuore
Dopo la recente esperienza al #TTT07/to dove ho incontrato alcune startup, oggi voglio uscire un po’ dal seminato rispetto agli argomenti che trattiamo in questo blog e condividere con voi alcuni spunti molto utili tratti dal nuovo libro di Paolo Ruggeri Piccole e medie imprese che battono la crisi. Un titolo accattivante per quanti hanno un’attività in proprio come professionisti o imprenditori, e un’attività nuova o già avviata da tempo.
La sfida principale è sempre rappresentata dall’innovazione, dal fare le cose in modo diverso, affrontando nuovi ambiti e spingendosi verso l’ignoto anche quando la nostra attività è già avviata da tempo. “Generi valore solamente quando esci dalla tua zona di comfort, mentre se ci rimani all’interno consumi il valore che ti eri creato in precedenza”. Secondo Roberto Gorini, citato dall’autore, tutto quello che possiediamo oggi che ha per noi un certo valore proviene unicamente e direttamente dall’aver avuto il coraggio, nel passato, di uscire dalle zone di comfort. Creare non è confortevole, è eccitante, entusiasmante, è qualcosa che ti colpisce sotto il piano emozionale. (altro…)